Ad aspiranti collaboratori/trici

Al momento abbiamo sospeso le valutazioni perchè è in corso il passaggio di Matilda ad una nuova editrice.

 

Desideriamo comunque condividere con voi alcune riflessioni in base alle quali cerchiamo di trovare un compromesso fra le difficoltà di una casa editrice giovane, piccolissima e che opera in un settore di nicchia con le giuste aspettative di autori e illustratori che desiderano veder ricompensato il loro lavoro anche sotto un profilo economico.

Premetto che se è già difficile essere piccoli, lo è ancora di più in un settore come quello dell'editoria dove meno che in altri c'è spazio per l'artigianato, dove è difficile combattere con l'editore in grado di collocare pile di libri in librerie in tutt'Italia, in grado di far ospitare i suoi autori in Tv, in grado di ottenere recensioni e visibilità su gran parte della stampa, specializzata e non, in grado di spuntare condizioni migliori e spazi in primo piano nelle librerie. 

Il nostro lavoro è soprattutto una scommessa per il futuro ma in questa scommessa desideriamo coinvolgere i nostri autori e illustratori, partendo dal principio che se un libro non sfonda bisogna cercare di rimetterci il meno possibile ma bisogna porre le premesse perchè, se il libro dovesse sfondare, la cosa possa essere di soddisfazione per tutti.

Noi mediamente di un libro stampiamo duemila copie, solo in un paio di occasioni fino a ora abbiamo ristampato, nella maggior parte dei casi in realtà non ci sono degli utili, considerando che, ed è giusto dirlo a chi non sa come funziona l'editoria, una grossa parte del prezzo di copertina del libro va alla distribuzione (distributore, sub-distributore, libreria). Alla casa editrice resta meno della metà, con cui però bisogna pagare le spese di stampa, di grafica, impaginazione, correzione ed editing, marketing e varie. E poi c'è il compenso all'autore ed eventualmente all'illustratore. Le case editrici che lavorano con grandi quantità e distribuiscono in proprio ovviamente affrontano meglio le varie spese, per noi è più difficile.

Dunque anche un compenso all'autore del 5-6% per noi è tanto ma poichè non ci piace fare come altre piccole case editrici che sulle prime copie agli autori/autrici non danno percentuale, preferiamo offrire una percentuale in libri. Autori/autrici e illustratori/trici che lavorano con noi riceveranno quindi un compenso in libri, libri che potranno regalare o vendere in circuiti extra librari. Se poi il libro sfonda, e noi lo speriamo per ogni libro che pubblichiamo, all'autore/autrice saranno riconosciuti i diritti non più in natura ma in euro.

Credere nei libri e nell'editoria a nostro parere vuol dire rispettare profondamente gli autori. E il rispetto comincia dal pubblicare un libro in cui si crede, un libro che si pensa abbia delle potenzialità, e non pubblicare un libro perchè l'autore offre un contributo. Sì, purtroppo il fenomeno dell'editoria a pagamento o Vanity press è molto diffuso e sta prendendo sempre più piede. E accanto a realtà molto oneste e molto chiare che propongono nulla di più che la stampa di un libro c'è tutta una miriade di pseudo editori che tendono a nascondere di essere editoria a pagamento facendo credere agli autori che acquistare qualche centinaio di copie del proprio libro sia una cosa normale!

Dunque noi pubblichiamo un libro senza chiedere un euro all'autore/autrice, garantendo loro un profitto se il libro sfonda e, in ogni caso, una bella quantità di copie del libro. Non nascondiamo che soprattutto trattando temi di interesse sociale, se un libro ha l'appoggio economico di un ente o una associazione la cosa può essere molto gradita, soprattutto perchè ci permetterebbe di remunerare l'autore/autrice in euro già dalla prima tiratura.

Detto questo, prendiamo soprattutto in considerazione storie per bambini/e e ragazzi/e e/o attinenti al loro mondo. Se volete comunque contattarci, nonostante le difficoltà che stiamo vivendo in questi mesi, compilate questo modulo Contatti. specificando se desiderate inviarci una fiaba o un racconto, una favola o un romanzo e indicando il tema.

Due cose da tener presente però: pubblichiamo 5, 6 libri l'anno al massimo. E riceviamo ogni anno centinaia di bozze... per forza di cose i rifiuti saranno tantissimi. L'altra cosa: chi valuta non si reputa perfetto o in grado di scegliere davvero il meglio, a volte una scelta è dettata da ragioni emotive, da una certa aderenza a una linea editoriale, dal fatto che un certo tema lo si sente di più per i più vari motivi.

Se invece desiderate capire meglio perchè è così difficile fare l'editore, vi propongo la visione di questo breve calcolo.

Lettera aperta del maggio 2011