Il violoncello di Amir: un libro necessario

Nel 2013 uscivano i miei primi libri sul tema delle migrazioni: E' arrivato l'ambasciatore di Annamaria Piccione e Matite colorate in fondo al mare di Cinzia Capitanio. Erano proprio i giorni della grande tragedia di Lampedusa e mi sentivo anche un po' in colpa, come se si potesse pensare con i libri che pubblicavo volessi lucrare sulla tragedia. E mi sarei forse sentita ancora di più in colpa se avessi saputo del successo straordinario che avrebbe avuto il primo di questi due libri, grazie anche allo straordinario lavoro di divulgazione del'autrice Annamaria Piccione.

Da questi libri, e il successivo Sorelle di carta di Cristiana Pezzetta, scaturì l'anno successivo la mia partecipazione al Festival delle Letterature Migranti di Palermo dove conobbi anche Sofia Gallo e Fuad Aziz e nacque con loro ed Annamaria il nuovo progetto collettivo Sogni al di là del mare. E poi i primi due libri di Fuad: Sole e mare e Colori nel mare.

Erano anni in cui c'era una grande empatia per le persone che erano costrette da guerre e povertà ad abbandonare le loro case e la loro terra. Nel 2015 il mondo ma anche quasi tutta l'Italia si commosse davanti alla foto del corpicino del piccolo Aylan depositato dalle onde sulla spiaggia di Bodrum. Ma nonostante ciò era forte il bisogno di continuare a raccontare con testo ed illustrazioni tutto ciò. Sole e mare, pubblicato due anni fa, primo libro di Matilda Editrice, nacque per raccontare a bambine e bambini la guerra e come dopo la guerra si puo, si deve, trovare la forza per ricostruire. Colori nel mare invece, dello scorso anno, racconta con la potenza delle illustrazioni di Fuad Aziz, il viaggio e la paura, i sogni, le difficoltà, la speranza che porta con sè.

Nel frattempo però molte cose stavano cambiando nell'animo delle persone: l'empatia diminuiva e, a causa di una comunicazione violenta, falsa, finalizzata all'ottenimento del consenso, cresceva invece l'intolleranza, l'odio vero e proprio. Comunicazione falsa che a tante e tanti di noi ricorda quella attuata dal fascismo contro gli ebrei.

E quindi quando Fuad all'inizio di questa ultima estate mi ha proposto di ripubblicare con nuove illustrazioni e testo rivisto Il violoncello di Amir, ho accettato con entusiasmo. Ma non sapevo ancora cosa sarebbe successo in questi mesi, quanto il razzismo e l'intolleranza sarebbero aumentati. Non sapevo che accoglienza sarebbe diventata una parola dal suono addirittura negativo per tanti. Episodi continui di razzismo, un decreto sotto molti punti di vista terribile che sta per essere approvato, le prime censure di libri su questo tema, le accuse di manipolare rivolte ad insegnanti che desiderano solo far conoscere ciò che accade nel mondo, non così diverso da ciò che accadeva decenni fa con i nostri antenati che abbandonavano la loro terra in cerca di nuova speranza.

Insomma un'atmosfera completamente diversa da quella di cinque anni fa. Ma proprio per questo credo ci sia ancora più bisogno di libri come Il violoncello di Amir e tutti gli altri. E credo che ormai io sia ogni giorno di meno una editrice (nel senso di imprenditrice che valuta le scelte anche in base a valutazioni economiche) e sempre un po' di più una militante. E in quanto militante ho sempre più bisogno del sostegno e della condivisione di chi ha a cuore la rinascita dell'empatia non solo per il vicino di casa ma anche per chi, per caso o per sfortuna, è nato dalla parte sbagliata del mondo.

Il booktrailer de Il violoncello di Amir

Donatella Caione, 5 novembre 2018

Temi: