Possiamo tenerlo con noi?

Possiamo tenerlo con noi?

Numero di pagine: 36
Data di pubblicazione:
Novembre, 2018

Sono più di 1,4 milioni le mamme vittime di violenza domestica e, accanto a loro, ci sono i bambini e le bambine (dal 2009 al 2014 circa 427 mila), silenziosi testimoni di soprusi e maltrattamenti, ovvero atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica agiti da uomini (mariti, compagni, partner) nei confronti delle loro madri.

Di tutto ciò si parla poco, e tanto meno della violenza sommersa, che pure è una realtà che ben conoscono le operatrici dei Centri Anti Violenza infatti questo libro è nato dall’incontro dell’autrice con l’associazione Luna che gestisce il Cav di Lucca.

Le operatrici dei Cav operano per aiutare bambine e bambini a superare i danni da essi subiti, nello sviluppo fisico e cognitivo, sul comportamento, sulla capacità di socializzazione.

Il desiderio di Maria Grazia Anatra è stato di scrivere un racconto che possa essere utilizzato per aiutare le giovani vittime, come Marta e Guido, protagonisti del libro, che stanno perdendo la spensieratezza dell’infanzia, dovendo crescere nell’incubo quotidiano di un padre che esercita violenza sulla mamma. Ma, quando la mamma si decide a chiedere aiuto per se stessa e per loro, fratello e sorella trovano, in quello che Guido ha chiamato Il posto dei gatti, serenità, amicizia, condivisione. Ed è qui che, mentre la mamma trova il coraggio per ricominciare, loro ritrovano la serenità.

Il testo, patrocinato da soggetti istiuzionali e non, si presta ad essere utilizzato come strumento di lavoro e di riflessione sia all’interno dei Centri Anti Violenza che all’interno dei gruppi classe.

Il tenero racconto di Maria Grazia Anatra è accompagnato dalle delicate illustrazioni di Serena Mabilia.

Il booktrailer del libro

 

Codice: 9788899908164
€12,00
Pubblicazione:

Profilo Autore/i

Maria Grazia Anatra

Docente liceale si occupa da anni di progettazione formativa su tematiche differenziate (intercultura, orientamento di genere, percorsi di eccellenza, ecc.), collaborando con soggetti istituzionali nazionali (Ansas) e Regionali (Ufficio Scolastico regionale toscano.) Si è specializzata sui temi della certificazione di qualità nella pubblica amministrazione, della formazione come tutor on line e di Politiche di genere. Ha tenuto corsi di formazione per conto della Casa editrice Piemme Junior sulla promozione alla lettura per docenti scuole elementari e medie oltre a tenere Laboratori didattici rivolti a bambini e bambine presso Biblioteche, Centri educativi ecc.

E' Presidente dell’Associazione di promozione sociale Woman to be nella quale ha ideato e realizzato numerosi progetti finalizzati all’orientamento di genere, alla cultura di genere, al sostegno all’imprenditoria femminile. Ideatrice del Premio di Letteratura per l’Infanzia Un Premio per l’Europa. Narrare la parità intende proseguire l’esperienza che nel 2016 si è allargata ad una dimensione europea.

Di particolare interesse sui temi del genere ha pubblicato studi e ricerche in:

EQUILIBRISMI: percorsi formativi per una pedagogia di genere. Progetto DAFNET a cura di Maria Grazia Anatra. Realizzato con il finanziamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Diparti-mento per le Pari Opportunità, Dicembre 2009.

Con occhi diversi. Leggere le organizzazioni in un’ottica di genere, in Verso una cittadinanza di genere e interculturale. Riflessioni e buone prassi dalla Facoltà di Scienze della Formazione di Firenze, a cura di Irene Biemmi e Tiziana Chiappelli, CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA, Regione Toscana. Ottobre 2012,

VERSILIA. Percorsi di genere femminile. Passeggiata turistico culturale alla scoperta di una Versilia delle donne, Iacobelli editore, Roma, 2013

Serena Mabilia

Laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e ora studentessa presso l’ISIA di Urbino al Biennio Specialistico di Illustrazione, si forma frequentando a partire dal 2011  i corsi della Scuola Internazionale d’Illustrazione di Sàrmede, con la quale ha partecipato a mostre ed esposizioni.

 Alcuni suoi lavori sono stati selezionati e hanno ricevuto dei premi in concorsi nazionali ed internazionali.

Il suo universo visivo è colorato e pone l’attenzione sulle piccole cose, sulla poesia della quotidianità, sulla leggerezza di un momento.

Pubblica con Matilda Editrice il suo primo albo illustrato.

IG: serena_mabilia

http://serenamabilia.wixsite.com/temperino

Altre informazioni

Nei centri antiviolenza e nelle case rifugio della nostra rete nazionale da tempo abbiamo imparato a riconoscere il dolore che attraversa le bambine ed i bambini esposti al maltrattamento sulle madri e le gravi conseguenze che ne derivano. È proprio grazie all’osservazione dei minori da noi accolti con le loro madri che la violenza assistita è stata individuata e definita da parte della comunità scientifica e del mondo dei servizi socio sanitari.

Se è vero però che registriamo progressi in questo ambito e disponiamo di linee guida e nuove norme, ancora tantissimo resta da fare per migliorare i sistemi di rilevazione, protezione e cura. Diversi i nodi problematici con cui fare i conti, non ultimo il mancato riconoscimento di un reato specifico che faccia riferimento all’esposizione dei bambini alla violenza domestica presente solo come aggravante per alcuni reati. Resta attuale quindi una sottovalutazione del problema e dei danni che ne derivano e resta così altamente problematica nei tribunali la situazione delle donne che si sottraggono alla relazione violenta nella fase determinante in cui si decide l’affidamento delle figlie e dei figli e i diritti di visita.

Ancora troppo spesso non viene tutelato il diritto alla protezione fisica e psicologica dei bambini che non può prescindere dall’interruzione della violenza sulla madre e dall’evitare la rivittimizzazione istituzionale e, con essa, gli altissimi costi sociali che determina sul benessere dei più piccoli e dei loro percorsi evolutivi oltre che sulla trasmissione intergenerazionale della violenza. A prevalere non sono i reali bisogni dei bambini ma il diritto alla bigenitorialità del padre per quanto possa essere stato violento e maltrattante e per quanto sia disfunzionale la sua relazione con le figlie ed i figli. In questo preciso momento storico, inoltre, la situazione culturale e sociale nel paese tende a peggiorare e con più forza sentiamo la pressione politica tesa ad azzerare diritti a tutela delle donne e dei bambini dati ormai come acquisiti. Per questo l’impegno dei centri antiviolenza oltre che intervenire a livello politico ed istituzionale cerca nuovi spazi di diffusione e di disseminazione dei propri saperi adottando linguaggi comunicativi molteplici e capaci di arrivare oltre i consueti ambiti di lavoro.

In quest’ottica come associazione D.i.Re abbiamo accolto molto favorevolmente l’invito a sostenere Possiamo tenerlo con noi? riconoscendone il valore divulgativo e la capacità di incidere sulla capacità di guardare con maggiore attenzione alla realtà dei bambini, ai loro vissuti di testimoni e vittime. Un libro che crediamo possa aiutare adulti e bambini ad entrare nella complessità di una realtà drammatica quanto pervasiva di tanti contesti domestici evidenziando un mondo fatto di paura, impotenza, dolore, solitudine, colpa, allerta continua, in cui bambine e bambini smettono di essere tali e precocemente si adattano a regole di relazioni asimmetriche e prevaricanti. “Una palla sgonfia che non rotola più”. Così si sente Guido, uno dei protagonisti, descrivendo cosa prova un bambino quando vive in una famiglia dove non c’è serenità, non c’è comunicazione e rispetto, dove c’è un padre sempre arrabbiato, dove l’imprevedibile è in agguato. “Un garage per dinosauri pericolosi che possono diventare terribili se nessuno li controlla e scatenarsi contro tutti come fa il papà quando si arrabbia”. È uno dei disegni dei bimbi del libro che al pari di quelli che raccogliamo nelle nostre case rifugio esprime con la chiarezza delle immagini un trauma silenzioso per chi è esposto ad esplosioni violente ed inaspettate di violenza e all’imprevedibilità che rende insicuri e che attraverso la denigrazione e la svalutazione sistematica mina anche l’alleanza con la madre, il genitore non violento, percepita come risorsa e protezione intaccando così le basi della personalità di un bambino che sta crescendo, le sue sicurezze. Nel libro come nella vita arriva però il momento in cui sarà proprio la mamma che andrà a prenderli a scuola e li porterà via in protezione lontano dalla violenza e dalla paura.

È importante quindi che tutti comprendano che solo riconoscendo la violenza maschile sulle donne come negazione di diritti che investe anche i bambini e solo sostenendo i percorsi di liberazione delle donne e i centri antiviolenza che li rendono praticabili, sarà possibile migliorare la protezione dei bambini restituendo loro l’infanzia e il futuro.

Raffaella Palladino, Presidente di D.i.Re