Esisteva ancora una frontiera del sessismo da abbattere: le madri. Perché la mamma è sempre la mamma e tutti e tutti nasciamo da una madre. E le madri, sempre più sole, sempre più in difficoltà nel mondo del lavoro o nella cura dei figli, sempre più oggetto di marketing spietato erano l'unica categoria di donne che veniva lasciate in pace. Anche perché non si lamentano, stringono i denti, anche troppo, e vanno avanti, perché se si fermano loro si ferma il mondo. Non si può prendere ferie o malattia dal lavoro di madre e se nessuno ti aiuta in qualche modo devi fare... e succede pure che a volte hai il nemico in casa.
Però le madri si aiutano tra loro, questo sì. Lo fanno nel quotidiano e lo fanno online. Poiché molto spesso non c'è nessuno che le aiuta, che le spiega come affrontare una contrazione a 30 settimane, o che rimedio per il mal di gola usare mentre allatti, o come non impazzire quando il neonato non ti fa dormire la notte, si scambiano tra loro informazioni, consigli, pacche sulle spalle. E passata la nottata si consolano mostrandosi le foto della fonte della loro gioia che a volte crea disperazione. Se non ci fosse questo supporto non basterebbero ginecologi/he e pediatri/e per rispondere alle mille domande che nascono in questo periodo così bello e difficile. Domande cui una volta si rispondeva nelle famiglie allargate o tra vicine di casa.
E si fa in fretta a sentirsi inadeguate, ad esempio se il bimbo non dorme pensi che stai sbagliando tu, o incomprese ad esempio se soffri di depressione post parto pensi che la colpa sia tua, anche perché pure chi ti è vicino non riesce a capire perché hai un bel bambino sano e non sei felice.
E potrei elencare tante difficoltà: nell'affrontare le colichette o lo svezzamento o l'allattamento o le prime febbri che ti mandano in tilt. Ma se c'è un'altra mamma che anche nel cuore della notte ti risponde, andare avanti è meno difficile. I social hanno questo importante lato positivo: fanno sentire chi è sola meno sola, creano una rete di supporto, di affetto tra mamme lontane e diverse: casalinghe poco istruite e professioniste colte, insieme. E spesso la prima che ha allattato 2-3 figli può aiutare la seconda come mai succederebbe nella vita reale. Del sud o del nord, italiane e non, giovanissime e mamme attempate, insieme, unite dalla solitudine e da una lieve incomprensione sociale, purtroppo sempre meno lieve da un po' di anni a questa parte.
Sì perché i social hanno anche acuito una sensazione di fastidio verso l'amica che condivide le foto del bimbetto o le ansie materne... anche se poi le foto di dolci gattini sono sempre gradite! Si è diffusa quest'idea che le giovani madri pensino solo ai figli, alla maternità... ma è un periodo, ed è la natura stessa con il suo carico di ormoni a far sì che per alcuni mesi la giovane donna diventi una chioccia. Poi si torna alla vita quotidiana, al lavoro, alle corse, al capo che forse non ti considera più affidabile, alle battaglie per mantenere il posto e tanto altro. Certo non aiutano tanti messaggi che ancora nel 2017 in un paese che si direbbe evoluto arrivano, ad esempio quelli di chi ti responsabilizza se al marito “saltano i nervi” (vedi nota scrittrice di libri per l'infanzia), o chi ti propone modelli pubblicitari di perfezione materna o chi pensa che siccome sei madre ti senti migliore. Non sei migliore, devi solo tirare avanti al meglio.
Purtroppo però anche l'ultima barriera del sessismo è stata abbattuta. Il distruggitore ha sdoganato l'odio per le madri. Dopo le minigonne, il te la sei cercata ora è arrivata la derisione in branco di chi assalta i gruppi di mamme per deridere, ignorantemente, perché si deride su cose che sono invece assolutamente serie ed importanti. Certo, ogni tanto qualche eccesso di ingenuità si trova se si è alla ricerca della “pepita di letame”, così definita dalla mia amica Silvia. Ma dove non se ne trovano? E soprattutto, a cosa serve cercarle per deriderle se non si ha l'obiettivo di costruire o ricostruire?
C'era un'onda che aspettava di essere cavalcata. Esistevano persone che erano in attesa di poter prendere in giro le mamme, esisteva un humus favorevole a considerare la maternità un disvalore. E l'onda è stata cavalcata. A me dispiace per le giovani, che ora ridono, e che si costruiscono un'idea completamente errata della maternità, poichè si stanno convincendo che è tutto facile, che chiedere aiuto è ridicolo, che avere ansie è risibile. E soffro per loro, perchè se diventeranno madri non sarà facile dover fare i conti con la realtà.
Aggiungo due parole su questa illustrazione realizzata da una cara e bravissima amica prematuramente scomparsa, conosciuta in un forum di mamme quando era alla ricerca di un bambino con la procreazione assistita. Una donna stupenda che si esprimeva solo con le parole scritte poiché erano l’unico modo in cui poteva dare voce ai suoi sentimenti. E che quindi grazie ai forum online poteva comunicare alla pari. Non potendo mai ringraziarla abbastanza ringrazio il marito Olivo. Ah... di bambini ne arrivarono due insieme, per fare compagnia al fratello. Credo che Rossella sarebbe stata molto incavolata contro chi prende in giro le mamme in Rete.
Donatella Caione, 9 gennaio 2018